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Calice ansato, detto di San Donnino

Calice ansato, detto di San Donnino

La coppa e il piede, completamente lisci, sono lavorati a sbalzo, mentre il nodo, i due distanziatori e le due anse sono stati fusi e poi lavorati a cesello e bulino. Le anse hanno la forma di draghi alati, che sono ripetuti anche nella decorazione del nodo.
Fu certamente utilizzato per la distribuzione del vino eucaristico sino a quando nella Chiesa latina fu in uso la comunione sotto le due specie (fine del XII sec.). In seguito, con l’inserimento nel nodo della teca contenente un dente del patrono (inv. n. R3), il vaso divenne “reliquiario” e fu utilizzato per dar da bere (acqua e vino benedetti) ai pellegrini in transito sulla via Francigena o ai fedeli morsi da animali velenosi e cani idrofobi, legando – forse inconsapevolmente – all’azione taumaturgica dell’oggetto il simbolismo medievale del “buon dragone”, il cui “sangue” (in effetti una resina vegetale) era usato come disinfettante e cicatrizzante.
GG


sec. XII

O1

SBAS PR 00211247

Argento (?)
Ferro
Vetro

Cesello
Doratura
Fusione a cera persa
Sbalzo

20,5 x 16,9 x 21 cm

Buono

Deposito

Cattedrale di Fidenza

Sala del tesoro

Sec. XII