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Visita il museo

L’itinerario museale si articola in due sezioni collegate, anche se autonome, una all’interno del Palazzo Vescovile, con sale espositive che ospitano la Sezione Medievale e il Tesoro di San Donnino, e l’altra nel matroneo settentrionale della Cattedrale.

Sale espositive del Palazzo Vescovile

In queste sale sono conservate opere d’arte, databili dal XII al XVIII secolo, che costituiscono un nucleo di oggetti legati al culto del Santo patrono o all’arredo della Cattedrale. Di particolare rilievo sono:

  • la Madonna con Gesù Bambino in trono o Maestà mariana (fine del XII secolo), in pietra di Vicenza, di Benedetto Antelami, proveniente dalla Cattedrale;
  • il calice ansato, detto Calice di san Donnino (XII – XIII secolo), di oreficeria renana;
  • l’acquamanile a forma di colomba (prima metà XIII secolo), in bronzo dorato, opera di una bottega orafa di Hildesheim (Bassa Sassonia), proveniente dalla Cattedrale di San Donnino;
  • il bacile battesimale (metà del XII secolo);
  • l’affresco con San Giorgio che libera la principessa dal drago (XIV secolo);
  • l’Assunzione di Maria (XVI secolo), olio su tela, di Giulio Campi;
  • la Madonna assunta e san Rocco (1576), olio su tela, di Vincenzo Campi;
  • la Deposizione di Gesù Cristo nel sepolcro (fine del XVI secolo), olio su tela, di Vincenzo Campi;
  • il cofanetto Pallavicino incrostato d’avorio (sec. XV)
  • la pace rinascimentale che ricorda la devozione rivolta al patrono dai Signori e dalla Comunità di Borgo S. Donnino.
  • la pianeta e il paliotto di san Bernardo (XVII – XVIII secolo);
  • l’ostensorio raggiato (XVIII secolo), d’argento dorato e pietre preziose, dell’orafo F. A. Gutwein, donato da Enrichetta d’Este, duchessa di Parma.

 

Nelle vetrine è poi esposta gran parte dei beni realizzati dopo l’erezione del Duomo a Cattedrale diocesana (1601). Si tratta d’una cospicua raccolta di oggetti liturgici e arredi sacri in metalli preziosi artisticamente lavorati, fra i quali sono da segnalare:
– la serie di lanterne d’argento un tempo appese in Duomo (sec. XVII);
– il corredo per l’altare maggiore realizzato al tempo del vescovo Bajardi (sec. XVIII.

Fanno corona al tesoro, appesi alle pareti, numerosi dipinti provenienti dal Duomo e dal Vescovado, fra i quali il bel bozzetto per una pala d’altare raffigurante il Martirio di S. Andrea apostolo, del pittore napoletano Gerolamo Cenatiempo (inizi sec. XVIII) e il Sacro Cuore del pittore bolognese Gaetano Gandolfi (inizi sec. XIX).

L’accesso al museo e alle “sale del tesoro” è possibile a tutti i visitatori per mezzo di una scala e di un ascensore.

Matroneo Nord

Completa la visita al Museo diocesano il Matroneo settentrionale, al quale si accede attraverso una scala adiacente le sacrestie del Duomo (probabilmente seicentesca e unico relitto dell’antico palazzo vescovile, caduto sotto i bombardamenti del 1944), mentre l’uscita si raggiunge attraverso la scala duecentesca a spirale della torre nord di facciata detta “del Folletto” o “delle Cicogne” e una porticina aperta nella controfacciata. Le due scale sono, di fatto, barriere architettoniche che non consentono la visita da parte di persone in difficoltà. Nei pressi della seconda spira, attraverso una porta, è visibile l’ambiente decorato in stile neoclassico che fu, sino al 1944, la Cappella vescovile dedicata al Sacro Cuore, costruita dal vescovo Alessandro Garimberti († 1813), del quale si vede lo stemma sopra l’apertura tamponata della “tribuna” aperta un tempo verso l’altare del SS. Sacramento. Sino alla sua soppressione, conseguente alla ricostruzione dell’arcone del portale sinistro, chi visitava questa cappella nella festa del Sacro Cuore poteva ottenere l’indulgenza plenaria concessa da Pio VI quando passò da Fidenza nel 1799.

Nel matroneo s’impone all’attenzione la sequenza degli archi, in parte a tutto sesto e in parte a ogiva. Collocati sopra supporti è possibile apprezzare alcuni dei corredi lignei del Duomo, tra cui un paliotto in legno (sec. XIX) fissato alla parete di fondo; i busti reliquiario (sec. XVII) utilizzati per la festa dei Santi; le serie di corredi d’altare (candelieri, croci e tabernacoli, sec. XVII-XIX); la cornice rinascimentale che copriva la Madonna della Neve, affrescata sul primo pilastro destro della Cattedrale; il Tronetto processionale barocco della Madonna del Carmine. Un locale è occupato dal grande organo costruito nel 1910 dalla ditta Tamburini di Crema (CR), del quale sono visibili i vecchi mantici a movimento manuale.

La sezione staccata del matroneo nord è visitabile quando non vi siano funzioni religiose in atto.