
Cattedrale di Fidenza: Raimondino vile
La scultura, che costituisce l’acroterio del timpano del portale sud della facciata della Cattedrale, raffigura un personaggio a mezzo busto, visto frontalmente, vestito d’un saio con il cappuccio calato sul capo, che tiene nella mano destra un bastone (forse un bordone da pellegrino, tronco nella parte superiore) e trattiene con la sinistra un altro bastone a L che, posato alla spalla, penetra nei fori dei due manici d’un contenitore di legno a pianta ovale che gli si posa alla schiena al modo d’una gerla.
Il modello del contenitore (una sorta di mastello) era presumibilmente a doghe verticali, trattenute da cerchi di legno; due delle doghe, diametralmente opposte, superavano il bordo ed avevano due fori utilizzati come maniglie; il fondo era fisso, mentre il coperchio aveva un segmento ad arco di cerchio fissato al bordo, al quale era fissata con cerniere metalliche la parte restante apribile. Il bastone a L che infilato nei fori dei due manici era utilizzato per il trasporto, fissava anche la parte mobile del coperchio.
Nella parte frontale della base dell’acroterio è incisa a lettere capitali l’iscrizione: RAINVNDINVS VILIS ( Raimundinus Vilis = Il povero Raimondino).
In questa figura viene tradizionalmente riconosciuto San Raimondino Zanfogni, detto Palmerio, di Piacenza (1140 – 27 luglio 1200), un laico che sarebbe stato pellegrino in Terrasanta (da qui il soprannome) e poi a San Giacomo di Campo Stella. Tornato a Piacenza avrebbe assistito e difeso i poveri della sua città e avrebbe fondato un ospedale. Sarebbe stato fatto prigioniero dai cremonesi quando avrebbe tentato di scongiurare la guerra fra Piacenza e Cremona., ma i suoi carcerieri, accusati d’avere incarcerato un santo l’avrebbero liberato con tante scuse. Alla sua morte fu sepolto a Piacenza in una cappella presso la chiesa dei Dodici Apostoli e si sarebbero sparse le voci di miracoli. Già nel 1212 il suo ospizio veniva chiamato “di San Raimondo”. Le richieste di canonizzazione si succedettero di secolo in secolo, di papa in papa, ottenendo risposte che equivalgono già a un riconoscimento del culto, e nel 1602, sotto Clemente VIII, si approvò l’Ufficio liturgico per la sua festa, che si tiene il 27 luglio. Nel Cinquecento i resti di Raimondo furono trasferiti nella chiesa delle Suore Cistercensi di Nazareth, dove si trovano tuttora, con il capo separato dal corpo e custodito in un reliquiario.
GG
1180-1210 ca.
S91
SBAS PR 00210998
Pietra arenaria
Scultura a tutto tondo
non rilevate
discreto
Facciata, acroterio del portale minore sud
Sec. XII - XIII